La Direttiva CSRD in Italia 

24/05/2024 

La direttiva CSRD, pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 16 dicembre 2022, ha l’obiettivo di aumentare la trasparenza delle aziende riguardo ai loro impatti ambientali, sociali e di governance, imponendo obblighi di rendicontazione più rigorosi e requisiti specifici per la comunicazione sulla sostenibilità e la verifica delle informazioni. 

Il 6 luglio 2024 è la data prevista per il recepimento della direttiva CSRD da parte degli Stati membri. 

In Italia, il 16 febbraio 2024 è stata pubblicata la bozza del decreto attuativo della direttiva CSRD, elaborata dal Dipartimento del Tesoro e dalla Ragioneria Generale dello Stato, e messa in pubblica consultazione fino al 18 marzo 2024. Durante la consultazione, alcune associazioni di categoria hanno sollevato dubbi sulla struttura del decreto. 

Portata della Direttiva CSRD e Contenuto del Decreto di Recepimento Italiano Ambito di Applicazione 

La CSRD amplia gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità a tutte le grandi imprese e gruppi, comprese le PMI quotate (escluse le microimprese), introducendo standard europei di rendicontazione (ESRS) sviluppati dall’EFRAG. Inoltre, stabilisce l’obbligo di sottoporre la rendicontazione di sostenibilità a una verifica di conformità. 

Obblighi di Rendicontazione 

Le imprese obbligate in prima battuta a redigere il Bilancio di Sostenibilità sono quelle di grandi dimensioni, sia quotate che non quotate, che rispondono ad almeno uno dei seguenti criteri: 

 Anche le società non europee che realizzano un fatturato minimo di 150 milioni di euro nella zona UE sono tenute a redigere il Bilancio di Sostenibilità obbligatorio. 

Le imprese devono ottenere la verifica della conformità del Bilancio di Sostenibilità da parte di un revisore legale o di una società di revisione contabile. Questo controllo deve inizialmente raggiungere un livello di sicurezza limitata per poi evolversi verso un livello di sicurezza ragionevole, conforme al principio della “reasonable assurance”. 

In Italia, la Consob sarà responsabile della vigilanza sulla conformità per le società quotate, mentre non è prevista ulteriore vigilanza per le società non quotate. 

Punti di Attrito Post-Consultazione 

 L’Articolo 5 della CSRD stabilisce che i paesi membri dell’UE devono recepire la direttiva entro 18 mesi, quindi entro il 6 luglio. 

In Italia, il 16 febbraio 2024 è stata pubblicata una bozza del decreto attuativo, preparata dal Dipartimento del Tesoro e dalla Ragioneria Generale dello Stato, e resa disponibile per la consultazione pubblica fino al 18 marzo 2024. Uno dei punti più controversi emersi riguarda la decisione di non permettere ai fornitori indipendenti di servizi di attestazione di offrire servizi di assurance. La Commissione Europea aveva auspicato che gli Stati Membri permettessero l’attestazione anche da parte di enti indipendenti per migliorare la qualità della revisione e creare un mercato più aperto e diversificato. 

La Francia, primo Stato membro a recepire la Direttiva, ha esteso la facoltà di fornire servizi di assurance sia a revisori autorizzati che a organismi terzi accreditati. L’Italia, invece, ha scelto un approccio diverso, incaricando la Consob e il MEF di realizzare uno studio congiunto entro tre anni dall’entrata in vigore del decreto per valutare l’entità del fenomeno e la capacità del mercato di gestire l’aumento dei soggetti obbligati alla rendicontazione di sostenibilità. 

Un altro tema controverso è stato il sistema sanzionatorio previsto nel decreto di recepimento. Diverse associazioni d’impresa, tra cui Confindustria, hanno criticato il sistema, considerandolo troppo simile a quello previsto per i bilanci finanziari. Le violazioni sono punite secondo le norme sulle false comunicazioni sociali e con sanzioni amministrative pecuniarie per il mancato deposito presso il Registro delle imprese. Le associazioni temono che il sistema sanzionatorio italiano possa penalizzare la competitività delle imprese e incentivare il trasferimento della sede sociale in paesi con sistemi di vigilanza meno restrittivi. 

Bilancio ESG: Anticipa gli Obblighi e Dai Valore alla Reportistica di Sostenibilità Aziendale 

Nonostante i dubbi su alcune modalità di recepimento della Direttiva, molte imprese italiane dovranno adeguarsi al decreto e provvedere alla rendicontazione delle performance ESG aziendali mediante il Bilancio di Sostenibilità. Anche se non obbligatorio per legge, questo documento risulta prezioso per gli stakeholder e le società stesse, e spesso è apprezzato dal pubblico se redatto volontariamente. 

In Angi mettiamo a disposizione dei nostri clienti conoscenze e competenze, assicurando una presenza costante e una guida sicura per strutturare il Bilancio di Sostenibilità secondo gli standard internazionali riconosciuti dalla direttiva CSRD. 

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